25 luglio 2008

Risposta di Ivan Ferrucci

Ivan Ferrucci, segretario provinciale del PD, risponde al nostro appello con questa lettera.
Lo ringraziamo per l'attenzione dimostrataci.
****

Carissimi,

ho ricevuto la vostra lettera e l’ho letta con attenzione il contenuto. Penso che le esigenze che sollevate siano legittime e richiedano una serie di considerazioni politiche sull’insieme del lavoro che stiamo facendo in questi mesi nella costruzione del Partito.
E vi dico subito che concordo sul fatto che a questo tema dovremo dedicare una specifica assemblea provinciale.
Io personalmente, nonostante il ruolo e la responsabilità che ricopro, ritengo, come in più occasioni ho avuto occasione di dire nelle precedenti assemblee provinciali, che il percorso di costruzione del Partito Democratico avrebbe dovuto fin dall’inizio imboccare direzioni diverse. Ricordo solo una questione: ho sempre sostenuto che l’elezione del segretario provinciale sarebbe dovuta avvenire in forma diretta già nella consultazione del 14 ottobre, perché i passaggi successivi sarebbero stati difficili e complicati e pertanto l’autorevolezza di una elezione diretta avrebbe contribuito ad affrontare questi passaggi forse meglio di quanto possa avvenire oggi, e invece abbiamo visto come è andata: prima c’è stata l’elezione da parte di una platea più ristretta di quella che avevano i singoli partiti, poi un secondo passaggio avvenuto in piena campagna elettorale.
Potrei fare molti altri riferimenti ma non voglio essere troppo lungo.
Ritengo in definitiva che tutta, e sottolineo tutta, la fase costituente, è stata caratterizzata dalla costruzione di regole e norme a pezzi e bocconi, e non in maniera organica. Basta consultare il nostro sito e andare a vedere nella pagine dei documenti l’elenco della miriade di regolamenti e vari dispositivi che si sono succeduti di volta in volta.
Con l’approvazione dello statuto nazionale e regionale e la definizione della data del congresso nazionale (autunno 2009) e con l’approvazione delle norme transitorie, siamo entrati invece in una fase molto diversa e migliore, anche se avevo già ben chiaro che il passaggio della direzione provinciale sarebbe stato difficile e non privo di una discussione di metodo.
Qualcuno potrà giustamente osservare che con l’approvazione dello statuto regionale si poteva subito convocare l’assemblea provinciale e iniziare a lavorare sul regolamento generale di organizzazione: una legittima osservazione, ma ritengo che quella scelta avrebbe portato ad una fase di discussione non compatibile con le urgenze che ci derivano dal quadro politico e col periodo estivo, perché nessuno ad oggi può pensare di sapere quanto tempo ci metteremo a costruire questo regolamento.
Io penso che sia stata più giusta la scelta che proporrò all’assemblea, e i risultati dell’assemblea nazionale e le decisioni della direzione nazionale confermano che abbiamo fatto bene a porci l’obbiettivo di svolgere l’elezione della direzione provinciale entro la fine di luglio, cosa che peraltro è già avvenuta in molte altre organizzazioni provinciali della Toscana.
Una scelta che per quanto mi riguarda dovrà essere sottoposta ad un passaggio di discussione non formale prima del voto nell’assemblea.
Fino a qui ho fatto considerazioni sulle norme ma non ho detto nulla sulle ragioni politiche, che invece a mio avviso rappresentano la motivazione principale di questa scelta.
L’assemblea nazionale e la direzione nazionale ci hanno dato, secondo me, una serie di elementi da cui ripartire nell’azione politica del Partito dopo la sconfitta alle elezioni politiche.
La manifestazione nazionale ad ottobre, una maggiore incisività e chiarezza nell’opposizione parlamentare l’avvio di una serie di iniziative nel paese sui principali provvedimenti che il governo sta attuando, la stessa apertura (era veramente ora!) della campagna di tesseramento che è un fatto politico rilevante in questa fase, lo stesso svolgimento delle Feste del PD (che nella nostra provincia saranno più numerose di quelle fatte dai DS nel 2007) sono momenti importanti di un lavoro che sarà lungo e faticoso, perché la nostra sconfitta, prima che elettorale è soprattutto culturale.
La fase che si aprirà a settembre sarà caratterizzata da enormi difficoltà per questo paese: tutti i riferimenti economici indicano che l’Italia è in piena crisi e che la tensione tra i vari poteri dello stato ne accentua le difficoltà.
C’è la necessità perciò non solo di affrontare bene le prossime elezioni amministrative ed europee che non possiamo permetterci di perdere, perché possono essere il punto di ripartenza, ma anche di costruire un’ ampia mobilitazione, iniziative nella società, una presenza costante e capillare in tutte le realtà della società italiana.
Lo stesso passaggio dei bilanci di comuni province e regione non sarà semplice: non potrà essere relegato solo nella discussione nei consigli, ma richiederà una iniziativa esterna molto forte tra i cittadini. Gli stessi tagli nel campo di sanità, ricerca, scuola, sicurezza (il taglio dei posti di lavoro all’interno delle forze dell’ordine) delineano il progetto culturale di una riduzione generalizzata del ruolo dello stato, tale da colpire i più deboli: siamo al rovesciamento dai contenuti del protocollo del welfare firmato dalle parti sociali e dal governo di centrosinistra.
Nella assemblea provinciale presenterò una bozza di piano di lavoro a cui auspico che la discussione porti importanti integrazioni, perché l’assemblea dovrà essere l’occasione di discutere non solo di norme e metodi, ma soprattutto di politica e di impostazione di una direzione collegiale del lavoro di un’organizzazione come la nostra in una fase di grandissima delicatezza..
Tutto ciò è per giustificare la proposta che farò sulla direzione provinciale? No! è semplicemente la motivazione politica dell’urgenza che abbiamo di eleggere subito la direzione provinciale. Se non lo faremo, se si aprirà una fase diversa, dobbiamo essere chiari sul fatto che ci troveremo ad affrontare, fosse anche solo per due mesi, senza un gruppo dirigente provinciale, i compiti che ci attendono, e paradossalmente si accentueranno quegli elementi di degenerazione che voi stessi menzionate, e che possono essere superati solo con l’apertura di un dibattito politico vero e finalizzato alla costruzione dell’iniziativa esterna, prima di tutto negli organi dirigenti: senza di questo non si realizzeranno esattamente gli obiettivi per cui chiedete un percorso diverso.
Sono consapevole della delicatezza della scelta e mi assumo le mie responsabilità: io proporrò una direzione provinciale nella quale sarà presenti tutte e 38 le unione comunali ( e questo in una direzione composta da 135 persone non è un obbiettivo semplice), ci saranno 68 uomini e 67 donne e penso che riusciremo anche a dare molte indicazioni di rinnovamento.
Serve il contributo di tutti; il vostro contributo secondo me è utile per la discussione che dovremo fare sul regolamento generale dell’organizzazione.


Cordiali Saluti

Il Segretario Provinciale PD
Ivan Ferrucci

Nessun commento: